L’avrete notato. Un politico italiano tipico, parla di gente. Non di persone. E’ la gente che vuole questo e quello, anzi lo esige. Lui parla alla gente. Per la gente, della gente e sta, ci mancherebbe, dalla parte della gente. Eventualmente la ggente con due gg.
Ugualmente i giornali usano lo stesso termine per le loro campagne.
In pratica la gente è un alibi clamoroso: serve per dare ad intendere che quel che chiediamo ed intendiamo e vogliamo, a qualunque titolo, è supportato da una moltitudine insieme numerosa e significativa. O, al contrario, per trasformare le persone in un blob, qualcosa di scoraggiante e inerte da convincere, smuovere, convertire, plasmare.
“La gente” infatti, da’ istintivamente l’idea di una massa maggioritaria, confusa, comunque in qualche modo circoscrivibile, ma non definita ne pesata, né compresa ne comprensibile.
La gente, caro lettore, è la scusa che tutti usano, anzi tutti usiamo, per giustificare quel che NOI pensiamo, per cercare appoggio e conferma; oppure, al contrario, conferma di un bersaglio contro cui genericamente, inveire.
Invece “la gente”, caro lettore, caro Matteo, cari tutti, siamo noi. sono persone che studiano, pensano faticano si innamorano lavorano, non lavorano, si ammalano, invecchiano sperano , deludono tradiscono, ci credono, dubitano infamano, si illudono, sognano, muioiono, crescono, nascono, si divertono, piangono, ridono, capiscono, ignorano….
Non abbiamo bisogno della “gente” caro lettore, per esprimere le nostre opinioni. Non abbiamo bisogno di alibi, di scuse, di appoggi. Non abbiamo bisogno ( veramente si, ma non di questo genere) di conferme, di solidarietà, di un moloch indefinito contro o per cui lottare.
No, noi abbiamo bisogno, TUTTI abbiamo bisogno, di ricordarci che la gente sono persone. Come noi ma diverse. Come noi stessi siamo diversi da quel che eravamo e da quel che saremo. Smettiamo di usare questo brutto termine, generico superficiale, paraculo ed usiamo il termine persone. La gente non ha diritti ne doveri. La gente è PLASMABILE, come la trilaterale ha auspicato, riguardo all’Italia giusto pochi giorni fa. Le persone pensano, la gente, no. La gente si fa condurre, ciecamente, dal,pastore, buono o cattivò che sia. Le persone possono essere ingannate, instradate e convinte che , in fondo, la gente sono gli altri. Gli amorfi, i plasmabili sono quelli, la ggente, non loro figuriamoci. Per essere esatti, si ingannano da sole, le persone, mentre si fanno convincere a comprare l’ennesimo oggetto “esclusivo”, a fare l’ennesima vacanza “esclusiva”, insomma: a separare il loro indispensabile e irripetibile io da quella massa informe, la ggente.
Alla fine, per una persona sottoposta per tutta la vita al tam tam, “la gente” sono tutti quelli che non conosce, massa amorfa e potenzialmente infida, una tacca sotto le persone.
I migranti.? Quando va bene, “povera gente”.
Poi ti capita di sentire un medico volontario che ti racconta di come gli occhi gli si siano aperti per davvero quando ha scoperto che un membro di quella,povera gente, che stava curando, insieme al figlio, era un collega. Un dottore scappato dall’inferno di Aleppo. In quel momento, per lui, la gente e’tornata ad essere fatta di persone.
Dovremmo ricordarcelo per davvero: La gente siamo noi, sempre e quindi quando senti dire “la gente”, non ti chiedere per chi suona la campana e per chi vola l’uccello padulo. Suonano e volano per te.