Senza pretendere di sviscerare una questione che appassiona fior di politologi, vorrei qui proporre alcune riflessioni molto parziali e personali, derivate dalla mia limitata esperienza di “navigatore internet”. Le pubblico nella speranza di stimolare dei commenti che aiutino me ed altri a raccapezzarmi in questo guazzabuglio.
Per cominciare
Per cominciare, vorrei ricordare che, anche in passato, Destra e Sinistra sono spesso state abbastanza vicine da scambiarsi idee, metodi e scopi. Populisti e socialisti sono stati spesso nemici giurati, pur volendo entrambi proteggere la gente comune dalla rivoluzione capitalista. Il Fascismo nacque da una costola del Partito Socialista ed il nome completo del partito di Hitler era “Partito Nazional-Socialista”; un partito che nella DDR è rimasto al potere fino al 1989 senza neppure cambiare nome. Tanto per citare un paio di esempi scelti non a caso.
Ben più vicino a noi, nei momenti caldi della guerra del Donbass si sono visti volontari internazionali comunisti e fascisti combattere dalla stessa parte, talvolta contro altri miliziani non meno fascisti. Il governo russo finanzia apertamente partiti come Forza Nuova e Front National, ma questo non impedisce a Putin di essere molto popolare in un’ampia fascia della sinistra euro-occidentale. In Italia, la Lega ha le sue roccaforti in zone un tempo comuniste e Grillo raccoglie consensi da entrambe le parti. Tanto per citare solo qualche altro esempio.
Dunque, stando così le cose, la domanda che tanti si pongono è se una differenza esista ancora e, se si, quale sia.
Per cominciare, ho raccolto in una tabella alcuni temi caldi del momento, con la posizione più generalmente adottata da persone che si definiscono di destra o di sinistra. Preciso che con Sinistra, non mi riferisco al PD o ad altri partiti di lungo corso, ma ai delusi dei medesimi che ora vagano in cerca di una casa politica. Inoltre, la classificazione in “destra” e “sinistra” è ovviamente riduttiva, ma una trattazione approfondita esula dai limiti di un post.
Ovviamente, in tabella figurano solo alcuni dei temi politici del momento, ma sono quelli che suscitano il massimo di commenti e di animosità. Quindi, probabilmente quelli che più fortemente influenzeranno le prossime elezioni.
In verde gli argomenti su cui si registra una sostanziale convergenza, in blu quelli su cui la convergenza è parziale, in rosso quelli su cui c’è una differenza sostanziale.
TEMA | DESTRA | SINISTRA |
ISTITUZIONI EUROPEE | fortemente contrari | fortemente contrari |
LIBERISMO ECONOMICO | fortemente contrari | fortemente contrari |
EURO | fortemente contrari | fortemente contrari |
SOVRANITÀ NAZIONALE | fortemente favorevoli | Favorevoli, ma non sempre |
GLOBALIZZAZIONE | fortemente contrari | fortemente contrari |
ATTUALE POLITICA RUSSA | fortemente favorevoli | fortemente favorevoli |
TRUMP | più o meno favorevoli | posizioni prevalentemente contrarie, ma favorevoli su alcuni punti. |
REDDITO DI CITTADINANZA | fortemente favolrevoli | fortemente favorevoli |
POLITICA ECONOMICA ESPANSIVA | fortemente favorevoli | fortemente favorevoli |
ISLAM | fortemente contrari | favorevoli |
EBREI E ISRAELE (DI SOLITO CONFUSI) | posizioni diverse, da contro per antisemitismo a pro per anti-islamismo. | contrari o molto contrari per via della questione palestinese. |
RAZZISMO | favorevoli, talvolta molto. | fortemente contrari |
IMMIGRAZIONE | fortemente contrari | fortemente favorevoli (con qualche eccezione) |
DIRITTI GAY | fortemente contrari | fortemente favorevoli (con qualche eccezione) |
TENDENZE MACHISTE | frequenti | rare |
AMBIENTE | scarso interesse o contrari | posizioni diverse, interesse da elevato a nullo a seconda. |
CRISTIANESIMO | molto favorevoli (nella versione Ratzinger) | Spesso molto favorevoli (nella versione Bergoglio). |
GIUSTIZIALISMO | fortemente favorevoli | fortemente favorevoli |
Salta all’occhio che, sulla maggior parte delle questioni che tengono banco sui social, molte posizioni sono tendenzialmente convergenti almeno in parte, anche se, spesso, per motivi almeno in parte diversi.
Le posizioni sono invece fortemente distinte in materia di diritti dei gay e delle donne, ma soprattutto in materia di immigrazione, islamica e non.
Prospettive
Partendo dal presupposto che la crescita economica non tornerà mai più (oramai lo dice anche il FMI) e che, anzi, tenderà a peggiorare, quali possono essere gli sviluppi della situazione?
Per quanto riguarda il primo punto (diritti gay e femminismo), più che vere posizioni politiche siamo spesso di fronte ad atteggiamenti mentali. Attualmente sono inconciliabili, ma si sta assistendo alla rapida erosione delle posizioni “progressiste”. Man mano che la crisi economica svuota le tasche della gente, la disponibilità a preoccuparsi per il matrimonio tra omosessuali, per dire, scema rapidamente. Anche le posizioni duramente conquistate dalle femministe della passata generazione vengono rapidamente erose per ragioni analoghe, perfino fra le donne che pure sono il 50% del corpo elettorale.
L’immigrazione e tutta la galassia di argomenti che si muovono intorno ad essa sono invece un punto di scontro fondamentale che, al contrario di altri, tende a radicalizzarsi. Anzi, la faccenda è tanto sentita che sorpassa oramai in peso politico quasi tutte le altre questioni. Perfino le questioni economiche vengo spesso discusse in relazione agli effetti dell’immigrazione sul PIL, benefici o nefasti secondo le fonti. Ben più vitale, il giudizio sull’adesione alla Comunità Europea oramai viene spesso discusso in relazione a come si pensa che la Commissione voglia gestire i flussi migratori.
In questo caso non credo che si possa mai arrivare ad una convergenza, ma penso che le prossime ondate di crisi economica e di crisi migratoria inevitabilmente sposteranno un’ulteriore quota di voti verso la destra.
Non credo infatti che la vertiginosa crescita dei movimenti xenofobi dipenda da un aumento di veri fascisti ed assimilabili, bensì dall’aumento di gente che si sente minacciata e si rivolge a chi, magari per ragioni non condivise, promette provvedimenti drastici (anche se magari irrealizzabili o inefficaci). Poco importa a questo punto il come ed il perché, importa solo la paura. Una paura che è alimentata tanto dalla propaganda xenofoba e razzista della destra, quanto dalla propaganda negazionista e buonista della sinistra. E questo è un punto fondamentale su cui credo che non si sia riflettuto abbastanza.
Propaganda e contro-propaganda
La propaganda di destra è incentrata principalmente sul fatto che gli immigrati sono diversi da noi e che perciò creano problemi. Si parla anche del fatto che sono tanti e che i governi devolvano ad essi risorse che vengono a mancare agli autoctoni. Argomenti complessi ma che, comunque, rappresentano aspetti della situazione teoricamente gestibili. Viceversa, non una parola sull’unico aspetto drammaticamente inoppugnabile: l’Europa è un paese già terribilmente sovrappopolato che ha urgente bisogno di ridurre la propria massa umana, pena un rapido e dolorosissimo collasso. In un passato anche recente molte società hanno infatti trovato il modo di funzionare con popolazioni assai diversificate, ma solo finché queste non hanno superato la capacità di carico dei loro territori. Una cosa che gli europei hanno fatto un paio di secoli addietro, cavandosela poi solo grazie al fatto di essere stati in grado di far pagare ad altri in conto della loro prolificità.
Al di là delle differenze culturali, religiose, ecc. l’unico vero problema – il vero “elefante nella stanza” – è quindi che l’immigrazione vanifica la salutare decrescita della natalità interna.
Dal canto suo, la sinistra incentra la sua propaganda fondamentalmente su alcuni temi che le sono cari: l’uguaglianza, la solidarietà, il senso di colpa verso le classi ed i popoli più o meno maltrattati dal capitalismo occidentale. C’è una parte di verità in quel che dice e, certamente, sono nobili i sentimenti cui fa appello. Ma trascura di dire che la solidarietà e l’accoglienza hanno un prezzo in termini di ampliamento dell’Impronta Ecologica nazionale. Un’impronta che già eccede di almeno il 50% i più prudenti parametri di sostenibilità. Il fatto è che hanno perfettamente ragione a dire che gli stranieri sono proprio come noi: hanno gli stessi bisogni ed in gran parte gli stessi desideri. Un fatto inoppugnabile che
Certo, la maggioranza di noi potrebbe rinunciare ad una fetta del proprio benessere a favore di altri, ma questo punto non è fra quelli posti in risalto. Né si dice che questo prezzo salirà esponenzialmente man mano che i flussi necessariamente cresceranno, mentre la situazione ambientale e sociale europea non potrà che peggiorare. Beninteso, peggiorerebbe anche senza immigrazione del tutto, solo un tantino meno rapidamente. Ma il flusso di gente dall’estero crea una situazione troppo facilmente strumentalizzabile perché non venga sfruttata.
Questo è un punto chiave perché, mano a mano che la situazione sociale ed economica degrada, i problemi direttamente od indirettamente connessi con la sovrappopolazione non possono che aggravarsi. Ed un numero crescente di persone deluse o spaventate continuerà a passare sul fronte opposto, facilitate proprio dal fatto che, su molti altri punti essenziali, i distinguo sono sempre più fumosi.
In sintesi, la pertinace ostinazione nel negare l’esistenza di un problema di numero di persone, apre la porta chi sostiene che il problema derivi dal colore delle persone. In pratica, la sinistra dovrebbe capire che la sua propaganda e le politiche che sostiene (anche se spesso assai più dichiarate che praticate) stanno erodendo i margini per un ragionevole compromesso e stanno aprendo la strada a reazioni violente.
Un pronostico
In conclusione, azzardo un pronostico che spero sia sbagliato: O i partiti di sinistra e di centro si affrettano ad elaborare posizioni e provvedimenti capaci di riportare i flussi, a livello europeo, nell’ordine delle migliaia di persone l’anno, oppure un’ondata di governi “Trump stile” diverrà praticamente inevitabile. Un errore che potrebbe risultare irreparabile, come sta ampiamente dimostrando l’amministrazione Trump. Mentre vara prevedimenti tanto spettacolari quanto inutili o inattuabili sul fronte dell’immigrazione, il “tycoon” scatena tutto l’arsenale possibile per distruggere ciò che resta della capacità di carico del suo paese e del mondo intero. Che poi è solo un altro modo per aggravare gli effetti della sovrappopolazione che, ricordiamoci, non derivano dal numero assoluto di persone, ma da come l’impatto complessivo di queste (popolazione moltiplicato consumi) incide sull’ambiente. E dalla capacità degli ecosistemi di tamponare le alterazioni antopogeniche.
Mah, veramente il primo confuso sembri tu, ma è nelle cose di questi tempi
E’ vero e lo ho detto chiaro all’inizio. Speravo che qualche commento mi aiutasse a capire meglio, ma pare che siamo in tanti ad essere confusi.
Le divergenze fra destra e sinistra segnate in rosso, in realta’ sono divergenze fra parte colta e meno colta della popolazione, non fra destra e sinistra. L’elettorato di base della sinistra (quel poco che resta) non e’ per niente a favore dell’immigrazione, ne’ dei vari diritti lgbt, ne’ scommetterei piu’ di tanto sul suo anti-razzismo.
Piuttosto, tende a essere elettore di sinistra chi ha un curriculum di studi piu’ lungo, ma anche qui starei attento a dire “perche’ e’ piu’ colto”, in realta’ chi ha il curriculum piu’ lungo occupa piu’ facilmente posti di potere nell’amministrazione dello stato o nell’amministrazione in genere (fra cui nelle professioni del privato che ne sono la longa manus) per cui tende ad avere una visione piu’ analizzata, scientista e pianificata della societa’, che un tempo era appannaggio della destra ma oggi lo e’, e francamente, della sinistra.
L’ecologismo stesso ha una visione che si traduce in pratica in costrizione e pianificazione della societa’, e proprio per questo, anzi solo per questo secondo me tende ad attrarre molta gente di sinistra: mentre le posizione ecologiche libertarie (quindi NON di destra nella sostanza, e non nella forma) sono molto rare e fortemente osteggiate all’interno del movimento, il minimo appellativo che si possa beccarsi e’ di “neoliberista di merda oppresore del popolo e in combutta con le lobby ebraico-capitaliste”. Sempre la’ si casca…
A parte che nei blog di ecologia e decrescita sono frequenti commenti da parte di personalita’ che sono platealmente autoritarie e nazifasciste: e il fatto che non vengano nemmeno riconosciute come tali dagli altri commentatori e autori, che invece sono sensibilissimi e prontissimi a scagliarsi con veemenza se non odio palese contro ogni minima traccia di liberalismo/libertarismo, la dice lunga…
L’analisi di Simonetta quindi e’ onesta e interessante anche nell’osservazione, tabu’, della stretta parentela e interscambiabilita’, in certi momenti della storia, fra movimenti di sinistra e i nazifascismi.
Infatti si e’ beccato subito del confusionario (e gli e’ andata bene!)
In proposito consiglio un libro che ho trovato ottimo come “bignami” a riguardo delle origini di sinistra del fascismo (e quindi del nazismo che a sua volta ne deriva), molto onesto e chiaro nell’analisi storica sia pur in forma di romanzo, che e’ “Canale Mussolini” di Pennacchi (la sua autobiografia romanzata e’ nel “fasciocomunista”, altro suo interessante libro).
Dimenticavo, grazie a Simonetta per l’ottimo e coraggioso articolo.
Grazie a te per il commento che da ampia materia per riflettere. Che poi era lo scopo dell’articolo.
È molto semplice. Destra e sinistra non esistono. Esistono il socialismo della maggioranza e il capitalismo della minoranza. Quest’ultimo, che è incistato nei gangli cruciali della società ha fatto una bella operazioncina: ha chiamato se stesso destra. Poi ha spaccato il socialismo in destra (sociale) e sinistra. Cosí ha lasciato destra (sociale) e sinistra a litigare sulle stupidaggini e si “allea” ora con l’una ora con l’altra a seconda della convenienza.
“…l’unico vero problema – il vero “elefante nella stanza” – è quindi che l’immigrazione vanifica la salutare decrescita della natalità interna…”
Una cosa tanto vera quanto taciuta, davvero. Il passaggio successivo sarebbe quello di decidersi a sostenere le famiglie italiane (poco prolifiche!) anziché quelle degli immigrati. Ma forse è già tardi per tentare di cambiare la rotta.