Ha fatto notizia il rischio di un mancato rifinanziamento dei congedi di paternità, ovvero la versione maschile dei congedi di maternità, in scadenza a fine anno. Il Ministro per la famiglia è dovuto intervenire di persona con un emendamento che stanzierebbe 40 milioni di euro per il rinnovo della misura, però limitata a miseri quattro giorni, davvero troppo poco per fornire un qualunque tipo di supporto alla coppia che ha appena avuto un figlio. Il motivo all’origine di questa come altre situazioni è abbastanza semplice: Severi limiti di bilancio, dovuti all’allocazione di risorse, che sappiamo essere molto criticata in sede CEE, verso l’assegno di cittadinanza, la revisione della riforma Fornero, la flat tax.
In sintesi, per trovare le risorse finanziarie necessarie senza far esplodere ancora di più il deficit, il governo sta facendo economia un poco in tutti i ministeri, fino al punto di tagliare e/o non rinnovare misure che, oggettivamente, hanno costi irrisori. Ho già scritto sulla modalità delle aste dei buoni del tesoro e sul fatto che vi sia, apparentemente, spazio per una revisione, facendo così risparmiare allo stato miliardi di euro all’anno.
A quanto pare, però vi sono ancora altri aspetti di queste aste che, rivisti, potrebbero far risparmiare miliardi. Uno di questi aspetti è la remunerazione prevista per gli enti abilitati a partecipare alle aste. Per alleviare il loro disturbo e risarcire i costi che affrontano per partecipare alle aste, infatti Sono previsti, di legge, dei rimborsi, sulla base di una quota % fissa di quanto acquistato. Si tratta, attualmente di cifre che oscillano tra lo 0.2 e lo 0.35%. Non sembra un granché, finché non si prende in considerazione quanti sono i titoli del tesoro che vanno a scadenza e devono essere rinnovati, ogni anno ( senza contare quelli necessari a finanziarie il nuovo debito).
Si tratta di oltre 300 miliardi euro all’anno. Ovvero: annullare o almeno ridurre severamente questo inspiegabile benefit farebbe risparmiare IMMEDIATAMENTE almeno un miliardo di euro allo Stato, OGNI ANNO. Una misura più o meno pari al risparmio conseguibile con tutte le misure anticasta proposte e/o previste. Evidentemente, come sempre, ci sono caste di serie A e di serie B.
O semplicemente nessuno ve l’aveva detto?
Beh, ecco, ora almeno uno c’è!!