Perinde ac cadaver

Costa concordia naufragata Aprile 2012
La Costa Concordia, Aprile 2012

Perinde ac cadaver
Quante volte avete letto questa locuzione? Di solito si interpreta: fino alla morte. Obbedienza fino all’ultimo.

In realtà, Ignazio di Loyola intendeva: obbedienza cieca, assoluta, come un corpo morto:

”Persuasi come siamo che chiunque vive sotto l’obbedienza si deve lasciar portare e reggere dalla Provvidenza, per mezzo del superiore, come se fosse un corpo morto (“perinde ac cadaver”), che si fa portare dovunque e trattare come più piace”.

Bene: Questa locuzione rispecchia perfettamente la decisione della BCE di rialzare i tassi, per combattere l’inflazione.

Ecco un lancio di agenzia, fra i tanti: https://www.ansa.it/amp/sito/notizie/economia/aziende/2023/01/19/lagarde-il-2023-sara-migliore-ma-la-bce-non-abbassera-i-tassi_08f858b0-437e-4711-a94e-2b427cbfe501.html

Rialzare i tassi significa, prima di tutto, un buon affare per le banche, che si vedono ormai raddoppiati gli interessi sui mutui.

In generale, per i grandi capitali. L’inflazione diminuisce il valore del denaro.
Erode i grandi capitali.

Ovviamente la presidente ( p minuscola non casuale) della BCE, con aria addolorata, spiega come l’inflazione eroda i risparmi della gggente, i sudati soldini che tanto hanno faticato ad accumulare.
Peccato che rialzando i tassi si rallenti l’economia fino a portarla alla recessione. Il costo del denaro, gli interessi sul mutuo che le famiglie pagano, sono già raddoppiati.

un’economia che si ferma e’ un’economia che lascia le persone senza lavoro e quindi, molto rapidamente, senza risparmi.

Questo, in termini generali. Nel caso specifico le cose vanno pure peggio: buona parte dell’inflazione ha origini esogene: NON è dovuta al surriscaldamento dell’economia ( anzi!!) ma all’aumento dei costi delle materie prime, petrolio e gas in primis. La domanda di questi beni e’ rigida: per ottenere piccole oscillazioni nella domanda si devono avere oscillazioni molto più grandi nell’economia. Per raffreddare i prezzi ALMENO del 10% (l’inflazione in Europa sta da quelle parti) bisogna raffreddare la domanda almeno di qualche percento. Ve lo devo dire? Un aumento di dieci volte dei prezzi del gas ha fatto calare la domanda di qualche punto percentuale. Forse del dieci per cento. Ed ha azzerato la crescita. Peraltro, i prezzi restano alti e risaliranno quando, ad Aprile, si aprirà la corsa a riempire gli stoccaggi vuoti.

In sostanza, l’inflazione, che dipende dai prezzi delle materie prime, origine esogena, non scenderà fino a che i prezzi non scenderanno. Non basterà una tregua o la fine della guerra in Ucraina, ovviamente.
Credete che ricominceremo a fare affari con la Gazprom come niente fosse successo?

per costruire un’alternativa ci vorranno soldi e tempo. Molti soldi, molto tempo.

Nel frattempo i prezzi delle materie prime resteranno alti, al massimo di quello che l’economia mondiale può permettersi senza collassare.
In questo contesto, la politica della BCE avvicina il collasso. Aumenta le probabilità di un Minsky point, di un cigno grigio o nero, etc etc. Frenare l’economia nel momento in cui già zoppica può portare all’esplosione dei protesti e quindi del sistema bancario.

Per difendere il denaro, loro unico Dio anzi: dio, rischiano di ucciderlo.

il denaro e’ fiducia nell’utilita’ differita nel futuro rappresentata, giustappunto, dal denaro stesso.
Nel momento in cui il futuro si chiude, gli scenari sono di peggioramento, il valore del denaro si riduce. Di fatto, cercando di difendere i grandi capitali dall’inflazione, rischiano di fare collassare il sistema.

E quindi farli direttamente scomparire, i grandi capitali.

Ma allora, perché lo fanno? Sono stupidi?

Ciascuno si dia la risposta che può.

ecco la mia: Perché hanno giurato fedeltà circa ed assoluta al loro dio. Obbediscono senza alcuna considerazione personale. Come corpi morti portati di qua e di la.

Perinde ac cadaver, giustappunto.

Una Storia da pipistrelli



Racconto originale, di prima mattina.

Ero un pipistrello felice.
Con migliaia di miei simili vivevo in una bella e comoda caverna, in oriente.
Un giorno sono arrivati degli esserini, brutti, gnudi, sudici e rumorosi, che hanno cacciato gli orsi con cui condividevamo da millenni la nostra dimora.
Essendo ignudi, erano malaticci.

Tentavano di scaldarsi con grandi fuochi, che hanno fatto ammalare e poi hanno scacciato tanti miei simili. Ma si ammalavano lo stesso anche loro, perché anche a loro respirare tutta quella fuliggine non faceva bene.

Un giorno, una folata di vento ha spinto il fumo nell’angolo di caverna dove stavo io.
Soffocato, stordito, mi sono alzato in volo, ma, accecato, ho sbattuto contro una stalattite e sono caduto.

Mi ha raccolto un giovane uomo, si chiamano così, quegli esseri ignudi, mi ha guardato, con gli occhi arrossati, con il naso gocciolante, con un colorito paonazzo, che denotava come fosse ammalato e forse per quello ridotto al poco gratificante compito di sterminare la mia inerme specie e non qualche fiero predatore primario o qualche erbivoro apicale.

Poi, mentre aspettavo la mia inesorabile e dolorosa dipartita, infilzato in uno spiedo come alcuni miei compagni che già avevano subito la stessa fine, un attacco convulso di tosse l’ha colpito.

Sono stato accolto da una nuvola di goccioline di secrezioni dell’orrido troll, e lasciato cadere.

Mentre l’energumeno si dava grandi colpi sul torace e sbatteva le zampe anteriori qua e là, barcollando sono risalito su una parete ed ho spiccato il volo, libero.

Sono passati tre giorni ed ho un malessere mortale. Il mio respiro e’ affannnoso, la febbre mi assale. Si avvicina l’inverno, sento che non rivedrò le belle notti d’estate.

Nel dormire accanto ai miei cari, ai miei simili, stretti stretti, per difendersi dall’umidità e dal freddo notturno, nei pochi angoli di caverna dove non arriva il fetore di quelle laide bestie, ho trasmesso, senza volere, il mio morbo ad altri. Così che ora siamo in tanti, ammalati e forse, entro breve, lo saremo tutti.

I più forti e fortunati vedranno ancora la pallida selene illuminare con la sua inconsapevole luce le fervidi notti estive.

Noi, che ce ne andiamo, possiamo solo lasciare un testamento morale: evitate l’uomo, se potete. Rendetegli la pariglia, quando sarà il momento.

Sono un pipistrello, amo la notte.
Pure, ora che si avvicina quella finale, tra un brivido ed un colpo di tosse, agogno di vedere il sole.
Forse sbagliammo a rifugiarci nelle caverne.
Forse sbagliammo a non affrontare ogni giorno, coraggiosamente, la sfida della vita, come i nostri cugini di terra, nutrendo beffardamente i nostri predatori, nella consapevolezza che il numero e’ forza e la furbizia vince sia il numero che la forza.

Compatisco infine, quelli esseri ignudi, che non accontentandosi di sterminare il resto del creato con le loro ridicole ma tragicamente efficaci armi, ora cercano anche di ammorbarlo, con le malattie che la loro condotta sconsiderata, allontanatisi dai loro territori, provoca e provocherà.

Arriverci, Gaia.
Ci vediamo, uomo.