“Questa non e’ la fine. Non e’ nemmeno l’inizio della fine. Ma e’ forse la fine dell’inizio.
Questa frase di Winston Churchill, pronunciata in occasione della vittoria di El Alamein, si attaglia bene ai tempi presenti.
Il tam tam mediatico sui vaccini, che spesso trascura e/o minimizza gli effetti collaterali e l’aspetto ancora sperimentale degli stessi, criminalizzando i pochissimi medici che anche solo osano esprimere preferenze o perplessita’ non ci dovrebbe far dimenticare una cosa fondamentale: dati i tempi previsti di distribuzione, Ci vorranno almeno sei mesi perche’ si possa cominciare a vedere una protezione significativa per la popolazione. Tutti quelli che hanno meno di sessanta anni dovranno aspettare fino all’estate o anche dopo, per vedere arrivare il loro turno. fino a quel momento quindi, la pandemia continuera’ a fare il suo corso no particolarmente frenata dai pochissimi vaccinati.
Quale sara’ questo corso?
In molti paesi, grazie a varie e variabili forme di lock down, duro, morbido, duro ma con il cuore tenero, tenerone, molliccio, trasparente, etereo, si e’ assistito, fino a poche settimane fa ad un calo dei casi attestati, con una ripresa dei casi nelle ultime settimane che e’ stata per lo piu’ inizialmente imputata alla transizione a regimi meno severi, via via che l;emergenza scemava e le necessita’ economiche premevano.
Questo fino a poche settimane fa, appunto.
Poi e’ arrivata la notizia di una variante inglese che pare molto piu’ aggressiva dal punto di vista del contagio, con un raddoppio dei casi inglesi ed un progressivo aumento dei morti giornalieri. Analoga ripresa si e’ visto in altri paesi e, con la consapevolezza dei crescenti strappi alla regola, si e’ cercato di porre un freno con le misure natalizie ( lock down con crosta dura ma cuore tenero”all’amatriciana”). Si parla, ormai apertamente e con una certa preoccupazione di terza ondata. Che, sappiamo bene, ci coglierebbe, quando stiamo gia’ nuotando in un bel mare di ca**a. In questo contesto il grido: non fate l’onda ha una valenza che di ironico non ha quasi nulla.
Ma come stanno le cose, DAVVERO?
Guardiamo insieme: ecco l’Inghilterra:
Come vedete, dato il tipico ritardo di circa due settimane tra casi accertati e relativa mortalita’, il recente aumento dei casi giornalieri, da circa 20.000 a circa 40.000 non si e’ ancora tradotto in un analogo aumento dei morti . Purtroppo, tenuto conto che il dimezzamento dei casi tra inizio e fine novembre si e’ tradotto in un calo solo marginale e non proporzionale dei morti, si puo’essere quasi certi che i morti giornalieri aumenteranno rapidamente superando i numeri di Aprile.
Quindi questa variante inglese in cosa sembra essere diversa?
Ne sappiamo poco e i media si limitano a dirci che sembra che sia piu’ contagiosa ma non piu’ letale di quelle precedenti.
Ma e’ proprio cosi’?
Vediamo.
Che i casi stiano aumentando, e’ un dato di fatto.
Che questo aumento sia dovuto non a comportamenti mutati ma a maggiore contagiosita’ e’ certamente possibile.
Ma sulla letalita’, purtroppo ci sono indizi che stia aumentando. Bastera’ vedere il citato periodo tra inizio e fine novembre: casi dimezzati, mortalita’ appena diminuita.
Un fenomeno del genere, che sembra indicare che la mortalita’ stia aumentando e’ visibile in forme piu’ o meno sfumate, in altri paesi, compreso il nostro.
Ma vi sono due paesi, la Germania e l’Austria dove questo improvviso disaccoppiamento tra positivi accertati e conseguente mortalita’ e’ autoevidente.
Sara’ un caso ma praticamente nessuno, per ora, ha evidenziato questa anomalia statistica della situazione tedesca.
Nessuno tranne Crisis, naturalmente…
Ecco la Germania:
Vedete?
Per un mese i casi accertati sono rimasti stabili, ad un livello medio basso rispetto ai vicini. Ma i morti sono continuati ad aumentare rapidamente. Intorno all’ 8 di Dicembre i casi hanno ricominciato ad aumentare e a quel punto la Cancelliera, con la voce rotta dal pianto, ha annunciato un lock down deciso e pesante.
Il risultato del lock down gia’ si vede nel numero dei casi, che sta cominciando a calare. Ovviamente, i morti che gia’ aumentavano quando i casi erano stabili, hanno subito un balzo violento superando, ieri, i 1200 morti. Un valore altissimo, inusitato per un paese che della distinzione tra morti DI e CON covid aveva fatto un elemento di distinzione per evitare eccessi ed allarmismi.
1200 morti, sui circa 25000 casi registrati due settimane fa, sono un valore altissimo in assoluto e forse cinque volte quelli registrati in precedenza, fino a un mese e mezzo fa in Germania.
La Germania e’ passata da essere il paese con meno morti in rapporto ai casi positivi (grazie ad una preposizione semplice al posto di un’altra) alla mortalita’ piu’ elevata, in Europa.
L’Austria?
La situazione e’ ancora piu’ evidente: i casi sono calati di oltre tre quarti mentre le morti si sono mantenute quasi costanti.
Un capovolgimento che ha sicuramente piu’ di una possible spiegazione ma che non puo’ non richiedere, fra le varie, piu’ o meno plausibili, di privilegiare quella meno rassicurante: si sta diffondendo una variante seriamente letale di cui ancora si preferisce non parlare, per ovvi motivi.
Il panico a stento trattenuto dalla Cancelliera, i dati qui sopra mostrati, la clamorosa decisione della Germania di bypassare l’accordo europeo che l’aveva vista massimo sponsor di una distribuzione equa e di accordi comuni con le case farmaceutiche, un voltafaccia che per un paese come la Germania non ha precedenti, indicano una cosa sola: che in quei paesi la situazione e’ grave, gravissima e che questa gravita’, per ora, non ha ricevuto una spiegazione ufficiale.
Il che non vuol dire che le istituzioni di quei paesi non sappiano quale e’ l’origine dell’esplosione della mortalita’.
Vuol solo dire che non ritengono sia il caso, per ora, di divulgarla.
A che serve? Beh, non dovrei ricordarvelo qui: siamo animali adattabili. Dato un tempo sufficiente, siano in grado di digerire notizie che emerse all’ improvviso scatenerebbero il panico. Una due settimane possono permettere di accettare l’inaccettabile. Lo sapremo presto, se mi sono sognato tutto. Quanto presto?
Due tre settimane. Nel frattempo, possiamo sperare che le misure prese permettano di non fare l’onda.
Ma potremmo, piu; saggiamente abituarci al’idea che fino ad ora abbiamo visto solo un lunghissimo prologo… Alcune misure, ad esempio il gia’ annunciato posticipo a Febbraio della riapertura degli impianti sciistici, non torvano fondamento nei numeri attuali. Ne hanno e parecchio, se le previsioni per Gennaio scontano gia’ l’arrivo della terza ondata…