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Come il Trattato di Versailles? OXI, Yanis, molto molto peggio !!

Firma del trattato di Versailles
Firma del trattato di Versailles

Yanis Varoufakis, da quando è un ex ministro non si tiene più ( non che prima si trattenesse molto, si veda questo VECCHIO articolo del 2010) ed ha scritto, riportato da centinaia di media, che l’accordo discusso ( ed ora approvato) tra l’Unione Europea e la Grecia gli ricordava il Trattato di Versailles del 1919, per l’umiliazione imposta al più debole.

Ai tempi la Germania del Kaiser sconfitta dalla triplice intesa, ora la Grecia.

Bisogna dirlo con franchezza: ha torto.

E di gran lunga.

L’accordo raggiunto infatti contiene disposizioni e proposte più umilianti di quelle imposte alla Germania dopo una sconfitta in una guerra mondiale da lei provocata!

Intanto, nel trattato di Versailles si stabiliva che una apposita commissione sarebbe stata istituita per valutare le possibilità di ripagare le “famigerate “riparazioni” di guerra, da parte di una Germania del primo dopoguerra allo stremo con contorno di scioperi, ammutinamenti e vere e proprie insurrezioni armate.

Niente del genere è stato istituito per la Grecia. Nessuno ( tranne il fondo monetario internazionale) si è chiesto se come e quando la Grecia avrebbe potuto ripagare i debiti contratti con i privati e con le ormai infauste “istituzioni” ( aka: la troika).

Per capire il confronto e comprenderne, sopratutto l’attualità, vale la pena di studiare un poco.

Come potrete verificare da soli nel dettaglio, Il tema delle riparazioni di guerra andò avanti ancora per quasi due anni, fino all’accordo di Londra del 1921, con il quale la Germania si impegnava a pagare 50 miliardi di marchi oro, 12.5 miliardi di dollari di allora, ovvero circa 180 miliardi di dollari di oggi. Tale somma poteva essere pagata in beni ( acciaio, carbone etc etc) o in denaro.

Per raccogliere la cifra fu stabilita l’emissione di tre tipi di bond differenti di cui uno, fin dall’inizio, sostanzialmente un junk bond, ovvero già in partenza in default per mancanza di coperture a garanzia.

In pratica la Germania, a parte una prima tranche di pagamenti, per circa una decina di miliardi, andò in default quasi immediatamente, tanto che, in perfetta analogia con quanto proposto da Schaeuble su ispirazione, pare, di Juncker, riguardo alla cessione dell’intero demanio pubblico Greco ad un fondo privato con sede in Lussemburgo, in una conferenza a SPA nel 22, i Belgi ed i francesi proposero di prendere in pegno il distretto minerario della RUHR, come garanzia per una ripresa regolare del pagamento delle “riparazioni”. La Germania continuò, più o meno volontariamente a ritardare i pagamenti, sia in natura ( legno acciaio carbone) che in denaro finché nel Gennaio del ’23 la RUHR , dopo un voto unanime della Commissione per le riparazioni, venne in effetti occupata. L?occupazione non fù un affare per le potenze vincitrici: i 900 milioni di marchi oro ricavati servirono, in buona parte a coprire le spese delle forze di occupazione. I motivi dell’occupazione non furono però economici ma sostanziali: non si poteva pensare di creare un precedente che consentisse alle potenze sconfitte di rinunciare agli obblighi sanciti dal trattato.

In realtà l’Austria, l’Ungheria, la Turchia erano già state esonerate dai pagamenti per evidente impossibilità economica ed anche perché, essendo entità statali del tutto nuove, non potevano essere caricate di responsabilità degli imperi che le avevano precedute.

Per quanto riguarda la Germania, dopo l’esplosione della famosa iperinflazione ( quella delle banconote da 100 miliardi di marchi), era diventato evidente come non fosse più in grado di pagare alcunché. si istituì una nuova commissione delle potenze vincitrici il cui scopo era di definire, da un punto di vista meramente tecnico, la capacità di pagamento della Germania ed un modo di  stabilizzare il budget tedesco, l’economia e di definire un livello di riparazioni sostenibile , come dalle esatte parole del presidente della commissione “from a purely technical standpoint how to balance the German budget, stabilize the economy and set an achievable level of reparations”. In sostanza si stabilì un bell’ “aircut” sui bond “C”, i bond A e B vennero sottoscritti da varie istituzioni pubbliche e private e vennero stabilite nuove modalità di pagamento, un miliardo il primo anno e poi 2.5 miliardi negli anni successivi  affidate ad una apposita agenzia.

Era il cosiddetto piano Dawes, dal nome del suo proponente americano.

Nonostante i vari disastri provocati dal’iperinflazione della Repubblica di Weimar, il PIL tedesco del tempo era di circa 50 miliardi di marchi oro.

Quindi 1 miliardo di marchi era circa il 2% del PIL del tempo.

La Germania adempì ai suoi obblighi per qualche anno.

Nel 27, grazie all’indebolimento politico ed economico della Francia riuscì a riaprire le trattative e si arrivò ad un nuovo piano, il piano Young, nel 1929.

tale piano prevedeva un haircut massiccio, oltre il 50% e tempi di pagamento lunghissimi, fino al..1988!!*

In ogni caso, dopo ulteriori prestiti e qualche pagamento, nel 1933, con l’avvento del nazismo i pagamenti furono sospesi.

Alla fine, tenendo conto di quanto versato e di quanto ottenuto come prestiti obbligazioniari ( mai restituiti) Il quadro è il seguente( tratto da wikipedia):

Evento Miliardi di marchi Oro Miliardi di dollari Miliardi di dollari 2015
Offerta iniziale tedesca, 24 April 1921 50 (valore capitale)
or 200 in annualità (valore nominale)[42][95]
12.5 – 50[Note 2] 165 – 661
Schema di pagamenti di Londra, 5 Maggio 1921 132[43] 33[87] 436
A and B Bond dello Schema suddetto 50[42] 12.5[42] 165
Piano Young, 1929 112[73] 26.35[70] 362
Totale dei pagamenti tedeschi al 1932 19–20.5 [89][90] 4.75 – 5.12[Note 2] 82 – 89

Il totale, 20 miliardi di marchi oro, come si vede, arriva a meno della metà di quanto proposto dal governo tedesco nel 1921.

In realtà tra i vari bond A e B, prestiti ponti etc etc ( prevalentemente erogati da USA ed Inghilterra ma anche Olanda, Belgio, Lussemburgo, Francia)

La Germania ricevette tra 27 e 38 miliardi di marchi oro e quindi ricevette più denaro di quanto restituì sotto forma di riparazioni di guerra.

Questi prestiti ed obbligazioni, ovviamente, furono denunciati dal governo Nazionalsocialista e non furono mai ripagati.

in sostanza: non solo la Germania non pagò le sue oblbigazioni di guerra che in piccola parte ma anche quella piccola parte fu a carico delle potenze vincitrici e, in sostanza, ricevette aiuti a fondo perduto pari a almeno il DOPPIO DI QUANTO PAGATO.

In sostanza, al netto di quanto pagato, ricevette aiuti a fondo perduto pari a circa un 2-3% di PIL OGNI ANNO per oltre dieci anni fino al 1933, a fondo perduto!

Questo per quanto riguarda il famoso Trattato di Versailles che è considerato da tutti i libri di storia, alla base dei disastri economici del dopoguerra tedesco ed a la base, a causa dell’umiliazione subita dalla fiera Nazione, della salita al potere di Hitler e quindi, in ultima analisi, della Seconda Guerra Mondiale.

La prima cosa che salta agli occhi nel confronto è che le pur vendicative potenze vincitrici della prima guerra mondiale rimisero le decisioni sui pagamenti in mano a TECNICI, dotati di buonsenso e sopratutto con il mandato di definire pagamenti che fossero compatibili con l’economia tedesca.

Niente di tutto questo, ripeto, è stato fatto per la Grecia.

Analogamente alla privatizzazione dell’intero patrimonio immobiliare greco, come garanzia per i prestiti, le potenze vincitrici occuparono manu militari il distretto della Ruhr, senza tuttavia pretenderne l’alienazione. Anzi: dopo qualche anno fu restituito alla Germania.

La Germania, negli anni peggiori, pagò riparazioni di guerra pari al 2-3% del suo PIL in buona parte sotto forma di materie prime.

In realtà tenuto conto del massiccio programma di prestiti da parte delle potenze vincitrici, ricevette MOLTI più aiuti di quanto versato, specialmente per il fatto che i prestiti non furono mai restituiti. In sostanza, al netto di tutto, la Germania, durante il periodo delle riparazioni ottenne circa un 1-2% di PIL all’anno  per 12 anni, di aiuti. Alla fine, per come andò la storia, a fondo perduto.

La Grecia ha un debito che si avvia ad essere il 200% del PIL su cui paga interessi bassi ( e vorrei vedere: a che titolo si prestano pelosissimi aiuti “ad usura” ad uno Stato membro della CEE e perché non si girano al detto Stato gli utili ricavati da detti interessi?) intorno al 2%. QUINDI la Grecia, a parte ripagare, chi sa quando, questo impagabile debito, deve comunque almeno ripagarne gli interessi che tendono al 4% del suo PIL.

Ovvero il doppio di quanto richiesto all Germania come riparazioni annuali per aver scatenato una guerra mondiale.

Chiosa:

Il famoso Piano Marshall e l’abbuono dei debiti di guerra tedeschi dopo la seconda guerra mondiale furono la logica conseguenza della lezione appresa con le riparazioni del trattato di Versailles: inutili, costose per chi le chiedeva e, in ultima analisi, ottima scusa per fomentare disordini, push, e nuove guerre.

Il Piano Marshall prima di essere un atto di generosità ed acume politico, fu un atto di logicità.

La cosa, del resto, era ovvia anche prima che il patacrac si verificasse, si veda, ad esempio Keynes con il celeberrimo Le conseguenze economiche della pace.

Esiste, in giro, per sbaglio almeno un barlume di questo acume politico ed economico, sufficiente a comprendere che questo e solo questo serve OGGI alla Grecia, un nuovo piano Marshall?

Ovviamente servirebbe anzi: servirà anche all’Italia, alla Spagna, all’Irlanda, al Portogallo…ed a tutti gli altri tra non molto.

Ovviamente i governi di questi paesi si oppongono ad un”haircut” del debito che pure creerebbe un precedente a loro vantaggio.

per un motivo semplice: dovrebbero poi giustificare ai propri elettori il perché delle inutili e recessive politiche lacrime&sangue degli ultimi cinque anni.

*La Germania ha poi onorato l’ultima rata delle riparazioni nel 2010

Isil, infibulazioni ed altre ipocrisie

fgm

Ieri è passata dalle principali agenzie di stampa, ovviamente ignorata dai media italiani (tutti presi dai begli occhioni della ns ministra per le riforme costituzionali) la notizia che il califfato islamico del levante, in breve, l’ISIL, ha imposto l’infibulazione per tutte le donne dei suoi territori.

La cosa ha suscitato un più che legittimo sdegno, orrore, e riprovazione internazionale.

Sul fatto che la pratica faccia sommamente schifo e sia un retaggio indegno di qualunque cultura, religione, società, sotto qualunque sole, latitudine e situazione, siamo ( spero) tutti d’accordo. Ma questo stupore e sdegno è ridicolo, prima che ipocrita. Perché l’infibulazione è ancora attivamente praticata in MOLTISSIMI paesi, islamici e non con cui teniamo rapporti rilassati quando non ottimi. I governi di questi paesi, che non fanno alcunché per scoraggiare la pratica non sono certo accusati per questo di essere barbarici, fanatici, efferati estremisti, islamici o meno. E non parliamo di paesi secondari, di zone tribali africane o altro.

Parliamo di paesi come l’Egitto ( 91% della popolazione femminile, la percentuale più alta dell’intero continente africano), la Somalia, la Mauretania, il Mali… Ma c’e’ di più: la pratica è diffusa anche in Malesia in Indonesia, Iraq, nella zona del Kurdistan, Ma anche negli emirati Arabi, in Siria, nell’Oman, in Arabia Saudita….La pratica, basta approfondire un attimo la cosa, NON è definitivamente associata ad una specifica religione, anche se le zone in cui è più diffusa sono sopratutto di religione mussulmana, ma piuttosto ha fondamenti culturali, dato che sono infibulate anche moltissime donne NON mussulmane. Gli Hadith su cui si sono basati quelli dell’ISIL per giustificare la decisione non sono considerati vincolanti ed anzi sono stati messi in discussione da molti religiosi, smentite da Fatwe, confermati da altre, lasciati alla libertà dei singoli da altre ancora…. A me comunque NON interessa la questione religiosa, Se il profeta abbia o no teorizzato la pratica, se qualche altra religione in qualche parte del mondo la imponga o consigli. A me interessa invece e molto, la strumentalizzazione sistematica in salsa antimussulmana delle porcherie deliberate da quelli dell’ISIL.  E solo da loro.  Mi pare clamorosa l’ipocrisia che ci fa dimenticare la condanna/deprecazione mediatica del paese nel quale oltre il 90 % delle donne è infibulato o le recenti prese di posizione a FAVORE dell’infibulazione in Indonesia e Malesia. insomma: quella dell’estremizzazione religiosa è una candela che viene sempre più accesa da due parti: Islam contro crociati e corruzione dei costumi da un lato e civiltà contro barbarie, pazzie sanguinarie e difesa degli interessi strategici ( rectius:petroliferi) dall’altro. Che la cosa sia un pretesto per mostrificare un avversario strategico e preparare l’opinione pubblica è evidente. Che, analogamente e per converso, la faccenda sia sopratutto uno strumento tra i tanti di aggregazione settaria, è altrettanto evidente. Che, infine le donne comunque vadano saranno vittime degli eventi che seguiranno, è una certezza.