(ho faticato a stabilire se l’argomento trattato fosse un tema da Crisis o meno. Alla fine ho deciso che il modo in cui la politica gestisce la narrazione dei problemi della società sia una concausa dei problemi stessi. Fatemi sapere nei commenti se trovate questo post in-topic con le tematiche del blog)
Nell’inedita veste di ‘tecnico prestato alla politica’, oggi ho dovuto subire una full-immersion nel mondo dal quale sono stato arruolato. L’occasione è stata quella di un consiglio comunale straordinario, richiesto dalle opposizioni (PD), per chiarimenti sulle vicende AMA, l’Ordine dei Lavori consistente di un’unica frase: “Situazione azienda A.M.A. S.P.A.”
La seduta si è aperta con la relazione della sindaca Raggi che, al netto di una serie di sottolineature (e punzecchiature) riguardo le responsabilità delle parti politiche che hanno in passato governato la città, ha effettuato una ricostruzione esaustiva delle scelte, politiche ed industriali, relative alla gestione dei rifiuti solidi urbani di Roma nell’ultimo mezzo secolo.
A questa relazione hanno fatto seguito diverse ore (cinque? sei?) di interventi delle opposizioni, tese ad attaccare la coerenza politica della scelta di Paola Muraro, ex consulente AMA, come assessore all’ambiente della giunta capitolina e, per contro, di interventi della maggioranza tesi a contrattaccare sugli errori e le malversazioni delle giunte precedenti.
È la politica, ok, ma in conclusione mi è parsa una sconfinata perdita di tempo, un teatrino con toni da sceneggiata napoletana su su fino ai monologhi scespiriani, passando per la commedia dell’arte. Che il teatro sia una forma di rappresentazione amata dal popolo è un fatto, che ormai sopravviva davvero solo in queste forme di democrazia rappresentativa, indiscutibilmente un altro.
E tuttavia mi è sfuggita la natura del contendere. Da un lato è ragionevole che ad occuparsi di una materia complessa come la raccolta ed il trattamento dei rifiuti prodotti da una città di quasi tre milioni di abitanti (una città ‘sui generis’, peraltro, non una qualsiasi, con tutta una serie di problematiche sue proprie…) debba essere una persona che conosce bene la materia trattata. E Paola Muraro lo è per certo, avendo lavorato per A.M.A. per dodici anni come consulente.
Dall’altro occorre una equidistanza dall’azienda, unica, che ha gestito l’intero ciclo per decenni. Se il ruolo di consulente non è di per sé garanzia di un totale distacco, di certo non può ipso facto essere ravvisato come una forma di coinvolgimento nelle cattive pratiche. Maggiormente in virtù dell’esistenza di un accordo di riservatezza che non consentiva all’attuale assessora di diffondere ai quattro venti le informazioni di cui veniva a conoscenza.
Le due esigenze, competenza e distacco, non sono in questo caso facilmente sommabili. La scelta della sindaca Raggi si è orientata sulla competenza, ritenendo la figura professionale dell’assessora Muraro sufficientemente ‘distaccata’. Le opposizioni possono pensarla diversamente, ma in assenza di argomenti, e fatti, concreti il loro è apparso come un attacco totalmente strumentale.
Verso la fine della seduta, nel primo pomeriggio, ho avuto la sensazione è che nessuno stesse più realmente ad ascoltare gli oratori che si susseguivano negli interventi, come nel finale di quelle partite di calcio in cui entrambe le squadre sembrano aver deciso che un pareggio va bene ad entrambe.
E d’altro campo tutte le tesi e le illazioni erano già state messe sul tavolo, e a parte i presidenti e gli assessori dei Municipi, chiamati ad esprimere un’esperienza diretta sui propri territori, gli interventi di molti consiglieri sembravano più dettati da un’esigenza di autorappresentazione che da una reale necessità di fornire o acquisire ulteriori informazioni.
A valle di tutto, la sensazione è che il tentativo dell’opposizione di mettere in difficoltà la nuova amministrazione si sia risolto in un nulla di fatto, o al limite nell’ennesimo minuscolo tassello di un’opera di logoramento che si protrarrà nell’arco dell’intera consiliatura. Mi parrebbe più sensato attendere degli (eventuali) errori, reali e quantificabili, prima di attaccare i nuovi amministratori… ma il mio è indubbiamente il ragionamento di un ‘non politico’.